Il lavoro del duo Bianco-Valente è ormai conosciuto e riconosciuto in Italia e all’estero per la loro versatilità nell’utilizzo di una varietà di materiali e linguaggi, per il loro attraversare generi e tecniche in un discorso trasversale, sempre più generato da pratiche relazionali.
La giovane Caterina Sinigaglia ha organizzato un discorso sul loro percorso di ricerca in una monografia recentemente uscita per la casa editrice milanese postmediabooks con il titolo Bianco-Valente. Il libro delle parole. La pratica relazionale, al centro dei loro lavori, nel libro di Sinigaglia è sempre presente a sottofondo di un discorso che accende i riflettori sulla parola per farla funzionare da angolatura privilegiata di un ritratto del duo nel loro manifestarsi creativo.
Sono infatti le parole, il linguaggio, a funzionare da filo conduttore di un viaggio che si addentra in una ricerca estremamente diversificata ma anche estremamente coerente con il centro del suo interesse, ovvero la relazione tra il corpo e la mente, il suo protendersi ed estendersi verso l’esterno, l’intersecarsi ed intrecciarsi della dimensione interna ad esterna [in cui includere anche le geografie del territorio] in reciproche contaminazioni. Tutto si proietta, poi, verso l’universo degli astri con le influenze che questi misteriosamente esercitano sull’uomo, sul suo cervello, sul suo configurarsi in un’identità che prende forma, appunto, in relazione agli altri.
Una monografia sul loro lavoro non poteva non partire dalla dimensione personale, humus di un processo di creazione che trova radici in primis nel dialogo tra loro – che di arte e vita hanno fatto una cosa sola – che, con l’attuarsi dei loro progetti, si è dilagata contagiosamente a comunità di tutto il mondo, in Italia in Marocco, in Libano, negli Stati Uniti – per citarne alcune – e in modalità ogni volta diverse.
Tecniche e generi coinvolti ritrovano il loro collegamento ad un unico discorso. Quando si arriva all’impiego della tecnologia per la produzione delle opere, questo si rivela come una naturale prosecuzione di un percorso omogeneo. «L’attrazione nei confronti della tecnologia si fonde con la riflessione sul funzionamento del cervello umano e produce una serie di lavori che sono la sintesi perfetta tra questi due punti focali» [1](p. 45)
«La tecnologia – affermano i due artisti – rappresenta la possibilità di potenziare non il nostro corpo, ma il nostro sistema nervoso oltre il corpo stesso, conservando memoria, capacità di apprendimento e la possibilità di emozionarsi ed esperire il mondo.» [2] (p.50)
Alla ricerca delle immagini mentali, Gli studi sulla percezione, L’evoluzione del cervello sono i capitoli e gli argomenti che traghettano verso le pratiche relazionali e le sue diverse declinazioni. Si arriva, in ultimo, allo specifico dei lavori relazionali: «dopo aver passato in rassegna le possibili declinazioni che può assumere il concetto di relazione – così introduce Sinigaglia il suo ultimo capitolo – si può finalmente prendere in considerazione il ciclo di opere che più di tutte esprime questo interesse» [3] (p.111).
La struttura del libro ruota attorno alla relazione tra l’autore e due artisti, un dialogo che si è evoluto in forma di intervista attorno a cui è cresciuta la prosa del libro che chiude con la conclusione di un altro confronto dialogico del 2011 del duo con il critico Antonello Tolve, dove ritrovare sintetizzato tutto lo spirito della loro filosofia per come questa si esprime nelle loro pratiche relazionali, ovvero come un «un gioco di riflessi e di rimandi continui fra il dentro e il fuori. Ecco, deformare o riposizionare questi specchi a volte dona bellissime sensazioni che neanche sappiamo più ricondurre alla realtà o alla pura immaginazione» (Bianco Valente).
L’obiettivo puntato su un lavoro monografico non perde mai di vista l’orizzonte, quello di ogni argomento più vasto in cui si inquadra ogni lavoro dei Bianco-Valente, quello che abbraccia tematiche universali dell’arte [e della vita]. La parola della Sinigaglia orchestra tutto questo in una chiave narrativa che scioglie la complessità del loro pensiero in maniera chiara, genuina e anche avvincente.
Caterina Sinigaglia, Bianco-Valente. Il libro delle parole, postmedia books, Milano 2015
immagini (cover 1 ) Bianco-Valente, Il mare non bagna Napoli, 2015 (2) Copertina Bianco-Valente Il libro delle parole di Caterina Sinigaglia (3) Bianco-Valente, Tu sei qui, 2012-2014 (4) Bianco-Valente, Costellazione di me, 2010 [nggallery id=80]