Internet non è per sempre”, la bipersonale dei due artisti toscani Guido Segni e Luca Leggero a cura di Alessandra Ioalé, ospitata negli spazi di BAG in un confronto che ne mette in evidenza i diversi approcci e i punti di tangenza tra le due ricerche, soprattutto rispetto a lavori che analizzano la presenza di Internet nel quotidiano. Tutto ciò si traduce in un percorso espositivo cronologico e tematico in cui si colloca una serie di opere realizzate dal 2013 al 2015, anticamera di progetti futuri.
Dalle prime opere realizzate per il web dai due artisti nel 2013, riflessione sul l’obsolescenza programmata, passando per progetti come la performance algoritmica A quiet desert failure elaborata da Guido Segni nel 2015 e la serie di tele Google Art On Canvas avviata da Luca Leggero nel 2015, che ampliano tale riflessione ai contenuti on line dei database di immagini stoccate nei server di Google Maps e Google Art.
Incontriamo poi opere dal carattere più critico e allo stesso tempo più ironico, come le bandiere Facebook lgbt Flag di Leggero del 2015 e le video performance online Work less Work all di Segni del 2014, che riflettono sui fenomeni di massa generati all’interno di sistemi propri dell’era digitale o post-digitale, in ambito socio-culturale e lavorativo. Infine ritroviamo i due artisti e la loro ricerca nuovamente in due opere inedite realizzate tra il 2016 e il 2017: il basso rilievo Verba Volant di Guido Segni e la serie di sculture Google Material Art di Luca Leggero.In occasione della mostra sarà realizzato il catalogo in edizione limitata.
Guido Segni Luca Leggero. Segni leggeri, Internet non è per sempre, a cura di Alessandra Ioalé, Bag Gallery, Parma, 28.04 – 28.05.2017
immagini: (cover 1) Guido Segni, «Work Less, Work All», 2014 (2) Guido Segni, «Top Expiring» (3) Luca Leggero, « Facebook LGBT Flags», 2015