Guido Segni, autore dello special project ora in corso sul banner di Arshake, Verba Volant Scripta Manent, ha appena lanciato una piattaforma online, Greencube.gallery. Attualmente la programmazione della piattaforma è gestita dal collettivo TW1 (Matìas Ezequiel Reyes, Lorenzo Fiduccia, Giacomo Ghiri, Cesare Olivieri and Kevin Piccioli).
Dal 1 novembre TW1 ha lanciato your contenti s here, primo progetto ospitato dalla Greencube.gallery e Padiglione della Wrong (Biennale), la biennale dedicata interamente all’arte digitale, organizzata dal 2003 dal suo fondatore David Quiles Guilló e divisa tra sedi online e offline, dislocate in tutto il mondo. Il Padiglione di TW1 gioca sulla decostruzione di significato nell’era digitale, oscillando tra reale e virtuale.
Una protesta senza scopo è stata costruita attraverso una serie di tante piccole video –clips con le quali, autori diversi, tra cui i pionieri come Marco Cadioli e Luca Leggero, ragionano su arte e comunicazione, riprendono simbologie tradizionali, le traspongono nel mondo del codice e nell’ibridazione dei loro significati, le diluiscono nel verde dello sfondo, colore utilizzato nel cinema e nel video per simulare ‘altre realtà’. Il progetto è costruito con grande coerenza, dando voce ad individualità artistiche diverse, ciascuna rivelatrice di una delle infinite sfaccettature della cultura digitale di oggi.
Ricchissimo di allusioni, significati e riferimenti in ogni lavoro, a partire dal titolo che li contiene, il Padiglione e progetto your contenti s here, è costruito in modo molto semplice e facilmente fruibile. Un Padiglione da non perdere in una Biennale ricchissima da navigare con pazienza, anche in più giorni.
Ciascun Padiglione, proietta nelle diverse sfaccettature della cultura digitale, nella fusione di reale e virtuale, nell’ubiquità delle tecnologie digitali (Moving Sensing), nella strana proporzione tra arte e fama nell’era dei social networks. A questo proposito Internet Fame, Padiglione curato dal collettivo Clusterduck (Aria Mag, Franziska von Guten & Noel Nicolaus), “intende esplorare la complessità di interconnessioni che seguono le questioni sollevate dal cambiamento di rapporto tra establishment e sotto-culture, tra nuove e vecchie gerarchie, tra forme emergenti e in declino di potere e contro-potere. Guido Segni è presente anche in questo Padiglione, nelle vesti dello storico duo Les Liens Invisibile (Clemente Pestelli, alias Guido Segni, e Jonatan Quintini) impegnati, ora, ad ironizzare la rincorsa alla popolarità su Instagram con la loro App immaginaria Inflagram.
Qui troviamo anche il pioniere concettuale Gregory Chatonsky con il suo lavoro Perfect Skin II, una estensione della pelle, metafora della pellicola del reale che prende corpo unicamente nella superficie, in ciò che appare. Non mancano Padiglioni più specificatamente orientati verso l’arte online, come il Padiglione FFF, curato da U-rss Team (Marc Veyrat & FRanck Soudan), concepito come scultura sociale (prende forma attraverso l’attività su facebook). Off Site Project (Pita Arreola e Elliott Burns), ci portano invece all’interno dello studio d’artista (Inside The Artist Studio), giocando sulle estetiche dell’ interfaccia Apple con una mostra che appare come schermo all’interno di un altro schermo.
Arriviamo, poi, ad un progetto singolo, il Padiglione After On Kawara, opera-operazione web dell’artista e teorico Patrich Lichty che riflette sulla natura effimera di Internet. On Kawara è un artista concettuale conosciuto per i suoi Date Paintings che in circa 50 anni ha prodotto più di 3.000 dipinti. After On Kawara esiste solo online sottolineando la natura effimera di Internet. Il lavoro di Lichty torna anche nel Padiglione Net art for Storage, curato da Ben Grosser, dove alcuni lavori digitali sono chiusi in un magazzino virtuale, una zip a cui hanno accesso unicamente il manager dell’archivio e il direttore della Wrong.
Il convergere di arte, scienza, tecnologia e politica tornano nel Padiglione Homeostase, ospitato in un luogo fisico, nel Centro Culturale di San Paolo del Brasile con la partecipazione di moltissimi artisti, tra cui Yoshi Sodeoka e Lorna Mills, protagonisti della cultura Internet, l’italiano Salvatore Iaconesi che, con Oriana Persico e nel nome del progetto Art is Open Source, ha creato lavori e teorie rivoluzionarie, spesso rivelati come approcci possibili implementazioni urbane, e l’autore riconosciuto dalla scena artistica mainstream Olafur Eliasson, da sempre impegnato in una ricerca sperimentale e interdisciplinare.
Nel Padiglione Empty Vessels, Vulnerable Bodies, troviamo le varie rappresentazioni e incarnazioni del corpo, come Gonzo, protagonista delle quattro gifs di BodySnatchers, avatar digitale nel quale l’artista (Gabriele Maruotti) ripone il suo approccio ai sogni e agli incubi della moderna alienazione. Nel profilo di Gonzo incarna la visione (e l’atmosfera emotiva) di una futura umanità, dove organico e inorganico convergono in una cosa sola.
Insomma, c’è molto da navigare, ancora moltissimi Padiglioni da vedere. Una volta superata la sensazione di affollamento di testo dell’interfaccia, una grafica lineare molto curata che guida all’interno dei Padiglioni attraverso piccoli abstract che non perdono mai la veduta d’insieme, ci si avventura nelle parole cancellate, un modo ben pensato per attirare l’attenzione sui contenuti iper-testuali
The Wrong (Biennale), 2017 | 1 novembre , 2017 – 31 gennaio, 2018
immagini: (cover 1) Marco Cadioli, «Accelerate», 2017, progetto online per il Padiglione Your Content Is Here, The Wrong Biennale, 2017-2018 (2) Padiglione «your contenti s here», curato da TW1, ospitato da Greencube.gallery di Guido Segni, screen shot, The Wrong Biennale, 2017-2018 (3) Luca Leggero, «Your Protest Is My Propriety, progetto online per il Padiglione «Your Content Is Here», The Wrong Biennale, 2017-2018 (4) Giacomo Verde, «Art is Useless», progetto online per il Padiglione Your Content Is Here, The Wrong Biennale, 2017-2018 (5) Pauline Rogues, progetto online per il Padiglione Internet Fame, The Wrong Biennale, 2017-2018 (6) Gregory Chatonsky, «Perfect Skin II», progetto online per il Padiglione «Internet Fame», The Wrong Biennale, 2017-2018 (7) «Homeostase», Padiglione realizzato per The Wrong Biennale, 2017-2018, exhibition view (8) Bodysnatcher, una di 4 gif realizzate per il Padiglione Empty Vessels, Vulnerable Bodies, The Wrong Biennale, 2017-2018.